Sembrava bellezza

Sembrava bellezza Teresa Ciabatti

Paola Blandi
18 Febbraio 2021

La spudorata onestà di una falsa autofiction

Nell’ultimo romanzo di Teresa CiabattiSembrava bellezza” torna il disagio dell’adolescenza vissuto in prima persona e raccontato negli altri romanzi. Ma questa volta la protagonista è cresciuta. L’io narrante è quello di una scrittrice di 47 anni che con il successo ha riscattato un’adolescenza difficile e le violenze subìte o immaginate in famiglia. E’ sola, molto sola, con una figlia ventenne con cui non riesce a relazionarsi, che le rimprovera il suo essersi realizzata come donna e non come madre. Nella realtà Teresa Ciabatti è madre di una bambina di 10 anni e, contrariamente alla protagonista, non è separata dal marito, ma questa figlia immaginaria e indifferente sembra la proiezione di un futuro immaginato e temuto, comune a tanti madri. La storia di “Sembrava bellezza” si costruisce a scatti, nello stile che i lettori della Ciabatti hanno imparato a conoscere e apprezzare, con digressioni intime e un passaggio continuo tra passato e presente. La trama ruota intorno all’amicizia e all’invidia di tre adolescenti unite e divise dalla bellezza e dalla voglia di rivalsa. Un trio composto da Lei, la scrittrice senza nome, Federica, sua amica del cuore e sorella minore di Livia, la più bella, bionda, occhi azzurri, irraggiungibile, desiderata e mai davvero amata. Dopo anni di lontananza queste tre esistenze femminili si incrociano nell’età adulta quasi per caso, scambiandosi i ruoli. Perchè Livia a 50 anni, dopo l’incidente, è una donna ancora bellissima ma con il cervello di una ragazzina, insicura e bisognosa di cure continue. E mentre la Scrittrice ritrova l’amicizia di Federica, deve relazionarsi con la nuova Livia, non più dea irraggiungibile,  ma una donna fragile sulla quale ora lei può esercitare un potere assoluto. Ma è davvero questa la rivalsa che da adolescente lei sognava?

Qui la Ciabatti si conferma scrittrice originale, con una sua voce unica, che può piacere o meno ma che indubbiamente riesce a incantare il lettore. Una voce spudorata e aggressiva a volte fastidiosa, addolcita dalla consapevolezza dello scorrere del tempo che attenua  la rabbia e quel sentimento di rivalsa che aveva infiammato la giovinezza. Un racconto che sembra autobiografico ma non lo è, come lei stessa ha dichiarato:

Di reale c’è il mio corpo, la mia vecchiaia e la mia età. Il resto è tutto invenzione, manipolazione. I quadretti più fedeli sono quelli dell’adolescenza. Il narratore che parla è altamente inattendibile.

In ogni caso la Ciabatti tiene il lettore inchiodato fino al finale che disvela un segreto tenuto nascosto per anni, in un gioco continuo e spiazzante tra verità e finzione, autofiction e falso memoir, ricordi autentici e storie riportate, come la leggenda metropolitana che narra di una botola nascosta nel camerino di un negozio di abbigliamento romano nella quale sarebbero scomparse negli anni ’80 alcune ragazze, tra cui perfino Emanuela Orlandi. Una metafora della crescita, del salto nell’età adulta, perchè, confessa l’Autrice:

Non credo che l’adolescenza sia l’età più bella. E’ un’età di grandissima sofferenza. Come me che ero la cicciona in un angolo, protagonista di niente, e quindi ho allenato lo sguardo da testimone che mi ha fatto diventare scrittrice”


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Autore Teresa Ciabatti
Titolo Sembrava bellezza
Editore Mondadori
Pagine 235
Prezzo € 18