Stalingrado

Stalingrado Vasilij Grossman

Paola Blandi
10 Aprile 2022

Il ritorno di un grande romanzo del '900

Nell’estate 1942, dopo avere conquistato mezzo mondo, i nazi-fascisti si preparano a sferrare l’attacco decisivo alla Russia, dopo avere preso Lituania, Estonia e Lettonia, Ucraina, Bielorussia e Moldavia. Nell’incontro di Salisburgo Hitler e Mussolini avevano pianificato quello che avrebbe dovuto essere l’ “immane, tremendo e definitivo” colpo da infliggere alla Russia. Ma l’inattesa e strenua resistenza degli abitanti Stalingrado che nel febbraio del 1953 riuscirono a liberare la città sotto assedio, segnò la prima grande sconfitta della Germania nazista e dei suoi alleati sul fronte orientale nonché l’inizio dell’avanzata sovietica verso ovest che sarebbe terminata due anni dopo con il suicidio di Hitler durante la battaglia di Berlino.

Vasilij Grossman, scrittore e corrispondente di guerra ebreo russo (nato a Berdyciv, Ucraina nel 1905 e morto a Mosca nel 1964) con il suo romanzo “Stalingrado” usa la guerra come sfondo per raccontare il dramma di persone comuni che all’improvviso si trovano dentro a qualcosa di sconosciuto e irreale, che sconvolge le loro esistenze. Come Petr Vavilov, umile contadino, che viene richiamato come altri riservisti nell’esercito; la riunione della sua famiglia con quella degli Saposnikov in un appartamento di Stalingrado ha il sapore amaro di un addio. Ovviamente fa un certo effetto leggere oggi il romanzo di Grossman che Adelphi pubblica con la prima traduzione italiana di Claudia Zonghetti. L’ambientazione geografica è più o meno simile alla guerra che vediamo attraverso le immagini che quotidianamente entrano nelle nostre case. All’epoca di “Stalingrado” erano i nazisti ad attaccare la Russia, oggi è un’altra storia, ma questo capolavoro di Grossman come tutti i grandi romanzi, prescinde dalle ideologie e in qualche modo le cancella lasciando in primo piano non tanto l’orrore della guerra, quando il senso di straniamento che coglie chi si trova a dover combattere e chi la guerra la subisce solo perché si trova in quel luogo attraversato dai carri armati . Così il racconto individuale confluisce nel mare della guerra, “in cui sfociavano tutti i fiumi e da cui tutti i fiumi nascevano“. Di Grossman, che è stato definito “il Tolstoj dell’Unione Sovietica”, consiglio di leggere anche l’altro suo capolavoro, “Vita e destino“, grande affresco storico ma anche riflessione sul male e sulla mistificazione della realtà e sulle atrocità che si compiono nel nome di un astratto “bene superiore” e che per le critiche a Stalin gli valse la messa al bando nella sua amata Russia. Nel febbraio del 1961 due agenti del KGB confischeranno non solo il manoscritto, ma anche le carte carbone e le minute, e perfino i nastri della macchina per scrivere.


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Autore Vasilij Grossman
Titolo Stalingrado
Editore Adelphi
Traduzione Claudia Zonghetti
Pagine 884
Prezzo €28
Anno 2022