La famiglia Berg

La famiglia Berg Lydia Sandgren

Paola Blandi
24 Aprile 2021

La Svezia oltre il noir

Lydia Sandgren, con il suo romanzo d’esordio “La Famiglia Berg”, ci porta nella Svezia degli anni Settanta e Ottanta, con una narrazione decisamente lontana dagli standard più conosciuti della letteratura gialla del nord.
Al centro tre personaggi e il racconto delle loro esistenze tra passato e presente, tra Göteborg (città natale dell’Autrice) e Stoccolma, con escursioni a Berlino e Parigi.
Martin Berg, fondatore di una piccola casa editrice indipendente di Göteborg, abbandonato all’improvviso e inspiegabilmente dall’amatissima moglie e madre dei suoi figli, vent’anni dopo, alle soglie dei cinquant’anni fa un bilancio poco lusinghiero della sua vita. Nel prendere atto che il suo sogno di diventare uno scrittore è naufragato, si aggrappa all’ultimo progetto: un poderoso saggio su William Wallace scrittore poco noto, ma che lui considera un genio del calibro di Hemingway e Fitzgerald.
Il successo è invece arriso a Gustav Becker, l’amico del cuore di Martin, introverso, inaffidabile e geniale che, limitandosi a fare l’unica cosa che gli veniva bene, ovvero dipingere,  è diventato suo malgrado un pittore molto affermato.
Al centro, Cecilia la moglie di Martin, ma anche la migliore amica di Gustav, la sua musa, protagonista dei suoi quadri più famosi; la ragazza più intelligente della scuola, che conosce cinque lingue, autrice di saggi e traduzioni; la madre che a 32 anni un giorno si rende irreperibile, lasciando Elis, tre anni e Rakel di dodici nella costante attesa di un suo ritorno, tanto inspiegabile era stata la sua fuga improvvisa. Attorno a loro le famiglie di origine, facce diverse della stessa epoca, gli amici e gli amori, gli anni dello studio e dei progetti, delle feste e delle notti passate a bere fino allo sfinimento, fino all’impatto con l’età adulta che, nel caso di Cecilia e Martin, è l’arrivo inaspettato di un figlio. Così, mentre Gustav è rimasto fedele a se stesso, conducendo una vita sregolata, Martin ha dovuto occuparsi dei figli, della casa, della casa editrice e mettere da parte i sogni.
Intanto  Rakel la figlia maggiore, avviata a una carriera di studiosa come la madre, la cui assenza è stata la costante ingombrante presenza durante tutta la crescita, crede di averne trovato traccia in un romanzo tedesco che il padre le ha chiesto di tradurre. E questo proprio quando l’immagine della giovane Cecilia, protagonista dei più famosi dipinti di Gustav Becker, invade le strade di Göteborg, sui manifesti che annunciano la grande retrospettiva che la città sta preparando per omaggiare il celebre artista. La ricerca avrà esiti inattesi (che ovviamente non sveliamo).
Quello che sorprende in questo corposo romanzo (800 pagine!) è la grande abilità di una scrittrice esordiente di tenere insieme i fili della narrazione che vanno dal semplice quotidiano a colti rimandi a letteratura, arte, filosofia e in generale alla cultura europea, con leggerezza, senza annoiare, in un equilibrio che a volte nemmeno i grandi riescono a mantenere. La Sandberg costruisce una storia credibile, con uno stile moderno, portando la sua peculiare voce lucida e brillante, essenziale ma colorata, con uno stile asciutto e nello stesso tempo avvolgente, creando personaggi che restano dentro (anche quelli secondari).
Insomma uno di quei rari libri che quando li chiudi pensi: “gia finito?

Lydia Sandgren, classe 1987, fa la psicologa e vive a Göteborg. Con”La famiglia Berg” tradotto e pubblicato in Italia da Mondadori, ha vinto il prestigioso August Prize 2020 e il Summer Prize in Svezia.


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Autore Lydia Sandgren
Titolo La famiglia Berg
Traduttore Andrea Stringhetti
Editore Mondadori
Pagine 816
Prezzo € 25