“Il digiunatore” di Enzo Fileno Carabba non è un manuale per tornare in forma dopo le abbuffate delle feste, ma la storia vera di un personaggio straordinario realmente esistito. Giovanni Succi, nato a metà Ottocento a Cesenatico Ponente, noto come il più grande digiunatore di tutti i tempi, conobbe personaggi come Freud, Salgari e ispirò addirittura un racconto di Kafka. Tutto comincia quando da bambino un giorno rifiuta la pappa dicendo “Oppa Oba” ovvero “troppa roba” e comincia a sperimentare su di sè i benefici che procura al suo corpo l’assenza di cibo: non solo una mente più lucida e ricettiva, ma anche una sorprendente forza fisica. Siamo nella prima metà del Novecento, un periodo di grandi passioni e scoperte, nel quale spiritismo e psicoanalisi sembrano coesistere pacificamente; nascono i grandi viaggi di esplorazione, il cinema, il socialismo, la medicina sperimentale; la gente corre al circo e si appassiona alle esibizioni dei “freaks“. Anche Giovanni diventa un fenomeno vivente e alterna esibizioni per danaro, chiuso in una gabbia per battere ogni record di permanenza senza cibo, a lunghi soggiorni in manicomio, dove si sottopone con fiducia agli esperimenti della scienza. Così impara a conoscere il suo corpo e a domare la sua mente. Giovanni si fa guidare dalla voce della nonna morta e con il suo digiuno a intermittenza cerca di raggiungere l’essenziale e diventare invulnerabile. Per chi lo conosce e lo studia Giovanni è mistero vivente anche perché fisicamente non ha nulla della figura ascetica e quando interrompe le sue esibizioni si rimpinza allegramente di cibo. Allegramente fiducioso in sé stesso e nel genere umano, Giovanni è un tipo che non si arrende mai, nemmeno davanti all’evidenza di un tradimento. Durante la sua vita fuori dell’ordinario, viaggia, conosce l’amore, l’amicizia e passa dall’assoluta povertà al benessere, dagli hotel di lusso allo squallore del manicomio. Impossibile non appassionarsi alle imprese di Giovanni, che affronta il mondo con il candore di un bimbo e la forza di un leone.
Enzo Fileno Carabba, vincitore del Premio Calvino nel 1990, con il suo romanzo sempre in equilibrio tra la verità storica e l’immaginazione, porta alla luce questioni di grandi attualità. In un mondo in cui la sovrabbondanza è ovunque, non solo nel cibo, ma anche nelle parole, nella politica, nella quotidianità, cosa è oggi davvero “essenziale”? Di cosa possiamo fare a meno? Perché come ci insegna Giovanni, a volte togliere è meglio che aggiungere, perdere fa bene e astenersi (non solo dal cibo, ma anche da giudizi o conclusioni affrettate) può essere la strada per un nuovo benefico ascetismo.
Autore | Enzo Fileno Carabba |
Editore | Il digiunatore |
Pagine | 256 |
Prezzo | € 16 |
Anno | 2021 |